“Chi ama godere sarà bisognoso, chi ama il vino e l’olio non arricchirà.” (Proverbi 21:17)
Questo passo è uno di quelli che ha toccato il mio cuore quando iniziai ad essere credente. Ero nuovo nella fede e avevo appena cominciato a conoscere Dio attraverso le Scritture. Questo versetto è stato uno dei primi che ha avuto un impatto sulla mia vita in quel momento e, a pensarci bene, è qualcosa che è valido in tutto il nostro cammino come cristiani, e non soltanto all’inizio. Probabilmente Dio mi parlò in quel momento attraverso questo versetto per porre le basi nella mia vita su come avrei dovuto vivere come credente. Purtroppo, ci sono stati momenti nella mia vita in cui non ho prestato attenzione a questo insegnamento, e ci sono state delle conseguenze. Non sto dicendo che un credente non debba assolutamente provare alcun piacere; sto solo affermando, come dice questo versetto, che non deve amarli. Tutti possiamo provare piaceri (non sto ovviamente parlando di qualcosa di peccaminoso), ma non dobbiamo lasciarci guidare da essi. Dobbiamo invece lasciarci guidare dalla guida e dalla grazia di Dio, ed Egli ci fornirà ciò di cui abbiamo bisogno e ci farà anche provare piacere, ma nel modo giusto.
Amare i piaceri, anche se non sono cose peccaminose, e averli come scopo e obiettivo principale potrebbe portarci a fare anche ciò che è peccaminoso. Perderemo la disciplina e, in questo modo, trascureremo la ricerca delle cose di Dio. Dobbiamo anche sapere che chiunque sia un credente che è nato di nuovo, avrà Dio come sua delizia. Questo desiderio e questo fuoco dovrebbero sempre ardere in noi. Ci saranno momenti, però, in cui non sarà sempre così, ma dovremmo andare avanti e stare alla ricerca di questo. A volte ci saranno delle prove e potremmo non sentirci così vicini a Dio, ma questo potrebbe pure essere un modo per crescere e raggiungere un altro livello nella nostra relazione con Dio. Tuttavia, quando vediamo che il nostro fuoco per Dio si spegne, dobbiamo prendere delle misure. E infine il fatto di amare i piaceri potrebbe ovviamente essere applicato anche alle dipendenze. Per ogni tipo di dipendenza. Quando abbiamo una dipendenza, noi amiamo, cerchiamo e diamo priorità a quella cosa più di qualsiasi altra cosa. Questo ruba il nostro tempo ed energia. È come un parassita. In questo modo non abbiamo e non troviamo più il tempo per cercare Dio e la Sua presenza. La priorità che avevamo per Lui pian piano svanisce, e sappiamo anche che, quando il bianco si mischia con il nero, diventa grigio. In questo modo diventiamo poveri davanti a Dio. Questo è ciò di cui fu avvertita una delle chiese nel libro dell'Apocalisse (Apocalisse 3:14-21). Gesù disse alla chiesa che aveva bisogno di pentirsi perché era diventata tiepida.
“All’angelo della chiesa di Laodicea scrivi: queste cose dice l’Amen, il testimone fedele e veritiero, il principio della creazione di Dio:
“Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh, fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. Tu dici: ‘Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente!’ Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco e nudo. Perciò io ti consiglio di comprare da me dell’oro purificato dal fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per vestirti e perché non appaia la vergogna della tua nudità, e del collirio per ungerti gli occhi e vedere. Tutti quelli che amo, io li riprendo e li correggo; sii dunque zelante e ravvediti.” (Apocalisse 3:14-19)
Ciò che era peggio era che la chiesa pensava di essere ricca quando in verità era povera. Dobbiamo riconoscere la nostra povertà davanti a Dio. La parte peggiore non era che la Chiesa fosse povera ma che non potesse riconoscere il suo bisogno (povertà). Questo è ciò che ci impedisce di avvicinarci a Dio e di diventare davvero ricchi in Lui. Sto ovviamente parlando di essere spiritualmente ricchi. Ciò che segna il nostro fallimento davanti a Dio non è il fatto che abbiamo peccato, ma che non riusciamo a riconoscere il nostro peccato e a vedere che siamo lontani da Dio riconoscendo i nostri bisogni. Questo è ciò che ci rende davvero un fallimento davanti a Lui. Quando noi, invece, anche se cadiamo, continuiamo ad avere il desiderio di stare vicini a Dio e di cercarlo, gli aggradiamo di più. Non sto giustificando il fatto che abbiamo peccato con questo. Dico piuttosto che questa è la strada per crescere e vincere il peccato.
A volte, amare il piacere e non riconoscere il nostro bisogno e la nostra dipendenza da Dio può portarci lentamente ad essere lontani da Lui e a diventare tiepidi. Ciò potrebbe accadere anche prima che iniziamo a peccare seriamente. Diventare tiepidi è ciò che dispiace di più a Dio. Questo accade quando non siamo sensibili alla Sua voce. Due tipi di persone potrebbero peccare. Uno è un credente che riconosce il suo bisogno e la sua povertà davanti a Dio, l'altro è una persona tiepida. Possiamo dire che il primo caso è in una posizione migliore. Colui che è tiepido dovrebbe prima pentirsi del suo atteggiamento e poi sarà in grado di riconoscere e combattere tutti gli altri peccati e problemi che potrebbe avere. Molte volte l’errore più grande non sta solo nel peccato in sé, ma nell’attitudine. Ricordate la storia del fariseo e del pubblicano (Luca 18:9-14)? L'uno ringraziava Dio di non essere come gli altri e non riconosceva il proprio peccato, mentre l'altro non osava alzare lo sguardo al cielo perché si sentiva indegno e supplicava Dio per la Sua misericordia. Entrambi erano peccatori, ma solo uno lo riconosceva. Con l’attitudine giusta possiamo combattere il peccato in modo migliore. Questo non lo possiamo ottenere da soli e dobbiamo chiedere a Dio di aiutarci.
Quindi, vediamo che le persone tiepide sono quelle che non riconoscono il loro bisogno e il loro peccato davanti a Dio o si stimano e credono addirittura di essere brave persone o credenti che stanno bene con Dio. Tendono a pensare di essere spiritualmente ricchi davanti a Dio.
Vediamo gli atteggiamenti diversi del fariseo e del pubblicano. Uno pensava di essere migliore degli altri e viveva come se tutto andasse bene, e l'altro riconosceva i suoi errori. Il nostro atteggiamento e la nostra vita dovrebbero riflettere ciò che siamo veramente. Il modo in cui siamo all'interno. Non il contrario. Perché se proviamo a farlo semplicemente cambiando certe abitudini e apparenze esteriori non avremo successo. Il modo in cui viviamo, ci comportiamo e facciamo le cose non può cambiare ciò che è dentro di noi. Solo Dio può farlo. Le persone che si rifiutano di cambiare il proprio cuore e nascondono ciò che c'è dentro lo fanno perché non hanno fede che tutto ciò possa cambiare, o forse non sanno che ciò che deve essere cambiato principalmente è il loro cuore, e nemmeno vogliono farlo. Forse non sono consapevoli che la religione non comprende soltanto a seguire certi usanze e costumi o essere in pace, ma il suo scopo principale è un cambio della vita e liberazione del male. Ecco perché la Bibbia parla del “nascere di nuovo” (Giovanni 3:1-8). Questo è un momento chiave per ogni persona che si avvicina a Dio, ed è necessario che avvenga affinché possa diventare credente e iniziare il suo cammino con Gesù. Questo è il momento in cui qualcuno si pente. Oltre a sperimentare la pace e le benedizioni di Dio, una persona sperimenta un cambiamento radicale nel suo cuore. Dio non vuole privarti di tutte le cose che ti piacciono. Sì, alcune cose peccaminose ti verranno tolte, ma Egli non ti toglierà tutte le cose che ti piacciono. Te li permetterà di averli ma nel modo giusto. Lui vuole che viviamo una vita soddisfatta. Una vita piena della Sua presenza e una vita in cui imparerai a godere nel migliore dei modi di ciò che Egli provvederà per te.
Aggiungi commento
Commenti