A proposito della preghiera
Questo sermone riguarda la preghiera. Come dovremmo pregare? Quale deve essere il nostro atteggiamento e la nostra richiesta verso Dio? Come e in che modo dobbiamo presentarci davanti a Lui?
È chiaro che molte volte Dio è colui che ci attira ad andare a Lui e fa la Sua opera preziosa in noi che ci insegna come avvicinarci a Lui e ci mostra quanto abbiamo bisogno di Lui. Ma che tipo di atteggiamento dobbiamo avere anche noi o che tipo di sentimento deve essere sempre presente in noi quando preghiamo e quando ci mettiamo davanti a Gesù?
• Per quale motivo ci avviciniamo a Gesù?
Possiamo trarre qui un esempio dalla storia del servo del centurione che fu guarito da Gesù.
“Quando Gesù fu entrato in Capernaum, un centurione venne da lui, pregandolo e dicendo: “Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo”. Ma il centurione rispose: “Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Gesù gli disse: “Io verrò e lo guarirò”. Perché anch’io sono un uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: “Va’”, ed egli va; e a un altro: “Vieni”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo”, ed egli lo fa”.
Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: “Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande! E io vi dico che molti verranno da Oriente e da Occidente e si metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe
nel regno dei cieli, ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti”.
Gesù disse al centurione: “Va’ ti sia fatto come hai creduto”. E il suo servitore fu guarito in quella stessa ora.”
(Bibbia da studio Nuova Riveduta 2006) Matteo 8:5-13
Vediamo che il centurione gli chiese di guarire il suo servo. Possiamo vedere una petizione qui, possiamo vedere una preghiera. Sappiamo anche che la posizione di un centurione in quella epoca era una posizione di autorità e potere. Sappiamo come le persone di potere di solito non siano disposte ad umiliarsi facilmente, ma qui vediamo una reazione diversa in quest'uomo. Era umile. In primo luogo ha riconosciuto che non è degno che Gesù dovrebbe venire sotto il suo tetto. E qui vediamo non solo che ha riconosciuto quanto è piccolo, ma anche il riconoscimento della grandezza di Gesù, perché ha detto che non è degno che Gesù venga sotto il suo tetto. Ciò significa che non lo guardava come un qualunque uomo da miracoli o qualcuno che compiva segni e prodigi anche se pure lo faceva.
Molte persone tra la folla lo guardavano come qualcuno che faceva miracoli, come un grande uomo con cui tutti volevano stare e seguire. Possiamo vedere infatti che non tutte le persone che lo hanno seguito hanno perseverato fino alla fine. È successo perché non hanno veramente compreso il vero scopo della Sua venuta e dei Suoi insegnamenti.
Fin quando stava guarendo e moltiplicando il pesce e il pane, tutto andava bene, ma quando le cose sono diventate più difficili e ha chiesto loro qualcosa di più, hanno indietreggiato. Hanno smesso di seguirlo. Succede così con le persone che lo seguono solo per la fama o per quello che vedono. Lui ha detto che un servo non è più grande del suo padrone e chi lo segue deve essere come lui e passare attraverso le stesse prove e in questo modo indicato che la vita dei suoi seguaci non è sempre rose e fiori. Ma non è solo questione di quanto sia buona e benedetta la vita che Gesù dà e non per questo la gente lo segue. Lo fanno perché c'è una grandezza che va oltre ogni altra cosa. E questa è la gloria e la grandezza di Gesù. Poche persone hanno davvero riconosciuto questo.
C'erano molte persone veramente stupite da Gesù quando moltiplicò il pane, ma pochi di loro compresero veramente lo scopo della sua venuta.
“Gesù rispose loro: “In verità, in verità vi dico che voi mi cercate non perché avete visto dei segni miracolosi, ma perché avete mangiato dei pani e site stati saziati.” Giovanni 6:26
Vediamo anche le parole successive del centurione a Gesù, dicendo: "Ma di' soltanto una parola, e il mio servo sarà guarito". C'è qualcosa di diverso qui rispetto a una persona che cerca un guaritore o un uomo di miracoli. La maggior parte delle persone quando sentono parlare di qualcuno che fa miracoli, vogliono stare con lui, vogliono essere nel luogo in cui si trova. Se hanno qualcosa da risolvere, vorrebbero che fosse lì, in modo che possa toccarli o fare qualcosa in modo che possano trovare una soluzione . Questo è perché credono di più nel miracolo stesso, di più in quell'esatto momento che darà loro la soluzione. Farebbero di tutto pur di ottenerlo. Se è una questione di soldi, pagherebbero pure.
• La autorità di Gesù
Ma qui vediamo questo centurione che attribuisce a Gesù l'autorità di Dio. Solo Dio era colui che poteva guarire e fare qualcosa con una tale autorità. Anche da lontano, solo con una parola, così come il centurione disse: “Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.” Ricorda che Dio ha creato tutto solo dalla parola detta da Lui. Quindi vediamo qui il centurione che attribuisce tale potere e autorità a Gesù. In questo modo non lo guardava solo come un semplice uomo da miracoli, ma come qualcosa di più.
Molte volte vogliamo andare da Gesù soltanto come da un uomo che fa solo miracoli. Andiamo da Lui perché desideriamo che qualcosa succede. Qualcosa che di per sé potrebbe non essere sbagliato, ma il problema e che rimaniamo soltanto a quel punto, chiedendogli di fare qualcosa per noi senza però preoccuparci del resto. Qui in questa storia vediamo che anche se il centurione voleva che accadesse qualcosa che desiderava da Gesù, non gliel'ha semplicemente chiesto, ma ha anche riconosciuto qualcosa di più.
Quando qualcuno chiede solo un miracolo o qualcosa che desiderava che accadesse, rimane deluso quando non riceve la sua risposta. Ma è un atteggiamento diverso che dobbiamo mostrare di fronte al Re dei re. Lui non è solo un uomo conosciuto o famoso che fa dei miracoli. Molte persone sono alla ricerca di questo tipo di persone oggi. Persone che possono dare loro ciò che desiderano, il più delle volte solo per soddisfare i loro desideri. Ma Gesù ti offre la salvezza insieme a ciò che gli stai chiedendo, e la cosa più importante è ovviamente la salvezza. O meglio, vuole salvarti prima di ogni altra cosa, perché niente è più importante della salvezza dell'anima. Oh che chiunque si avvicinandosi a Gesù possa riconoscere questo e chiedere di essere salvato e perdonato!
Possiamo vedere anche un altro esempio. Quello di Ester. Sappiamo che era una ragazza ebrea che divenne regina sposando il re d'Assiria. Il libro di Ester è una bellissima storia che rappresenta le prove che la nazione di Israele ha dovuto affrontare e il coraggio di Ester, ma questo libro ha anche un altro grande significato. Anche se questo libro in particolare non parla molto di Dio, è pieno di messaggi e significati spirituali per la nostra vita. È una comparazione. Il re nella storia è spesso metaforicamente visto come Dio ed Ester rappresenta a noi come credenti e come chiesa. Sappiamo che Cristo è lo sposo e il credente o la chiesa è la Sua sposa. La storia ci dice che nessuno poteva avvicinarsi al re senza essere convocato da lui. La violazione di questa legge avrebbe potuto essere punita con la morte. C’era un momento in qui si era successo un tumulto e una situazione che minacciava la vita e la liberta ai giudei vivendo nello stesso regno. La soluzione tramite quale loro potevano essere liberati era che la regina si presentasse davanti al re con una petizione al favore del suo popolo.
Immagina la paura e il rispetto con cui lei ha dovuto andare dal re! C'è un intero capitolo nel libro di Ester che parla della sua preparazione nell'avvicinare il re. (Ester 4) Ovviamente la Bibbia dice che dobbiamo essere fiduciosi quando ci troviamo davanti a Dio e che non dobbiamo esitare a chiedergli qualcosa, ma allo stesso modo dobbiamo avere il dovuto rispetto quando ci avviciniamo il Re, lo stesso che aveva Ester. Dobbiamo sapere che ci stiamo avvicinando al Re dei re.
Così vediamo il centurione avvicinarsi a Gesù come a Dio stesso, Colui che può guarire con una sola parola, anche a distanza, perché ovviamente è onnipresente. Gesù è uno con Dio. Cento per cento umano e cento per cento Dio. Egli è Dio-l’uomo come lo descrivono alcuni. Non l'uomo-Dio, ma il Dio-l’uomo. La sua prima natura è sempre Dio, anche se è anche umano al cento per cento. Ci sono state molte persone che volevano diventare come Dio o che pensavano di essere un dio. In passato vediamo leader, re e governanti che si definivano dei e la gente li adorava come dei.
Persone come il faraone egiziano per esempio e altri re che si consideravano tali o erano imparentati con la divinità. Ma nonostante tutto, tutti volevano rappresentare solo se stessi e tutti coloro sé né sono andati. Non così con Gesù che ha sempre rappresentato Dio per primo (perché lo era) e vive ancora oggi.
Mentre la storia continua, vediamo che il centurione disse a Gesù che era un uomo sotto autorità con soldati sotto di lui e che comanda al suo soldato di andare da qualche parte e al suo servo di fare qualcosa e lui lo fa. In questo modo diceva che era pronto a sottomettersi a Gesù. La nostra preghiera verso Dio potrebbe non essere esaudita a volte anche perché chiediamo secondo la nostra volontà e non ci sottomettiamo a Lui quando gli chiediamo qualcosa.
“Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.” Giacomo 4:2,3
Non vuol dire che non dobbiamo chiedergli, per tutto ciò che riguarda il nostro bisogno, ma vuol dire che ciò va accompagnato con timore e rispetto, sapendo che Lui è al di sopra di tutto. Non dobbiamo essere come quelle persone che sono solo interessate alla propria richiesta e necessità e se succede, allora va bene, e se non succede, si arrabbiano, ma in entrambi i casi non mostrano nulla di più.
Lo stesso accadde con i dieci lebbrosi guariti da Gesù. Tutti stavano bene, ma solo uno aveva capito qualcosa di più, era tornato ad adorare Gesù e si era davvero salvato e guarito.
Le persone che sono solo interessate alle proprie cose e ai propri scopi sono come coloro che pagano a qualcuno per eseguire qualcosa per loro o risolvere solo la loro situazione. In realtà non si preoccupano di chi li aiuterà e in che modo. Vogliono solo che sia fatto. Non è così quando si tratta di un miracolo compiuto da Dio. Qui è molto importante chi lo sta facendo. Non è solo importante, ma è il più essenziale, è della massima importanza. Ed è anche importante in che modo viene fatto. Gesù è lo scopo di tutto e conoscerlo è la vita eterna. Questo è il beneficio (se così possiamo chiamarlo) di conoscerlo con il nostro cuore e servirlo. Tutto il resto che possiamo ricevere qui su questa terra, tutti gli altri miracoli e benefici non sono niente in confronto alla conoscenza di Lui e alla vita eterna che possiamo ricevere da questo.
Quello che succede è che la maggior parte delle persone è concentrata soltanto su ciò che accade qui su questa terra. I loro occhi hanno bisogno di essere aperti, in modo che possano vedere il vero valore di ciò che Dio può dare loro e vedere la Sua persona. Questo è anche un miracolo molto importante che deve accadere nella nostra vita.
Nella Bibbia posiamo vedere molti situazioni in cui le persone chiedevano miracoli. Uno di loro era il re Erode quando chiese a Gesù di fare un miracolo per lui, ma Gesù non lo fece, siccome li non vi era nessun scopo. Perché Lui compie miracoli non per attirare l'attenzione, ma con uno scopo preciso, per la gloria di Dio. Altre persone compiono cose grandiose e prodigi, solo per attirare l'attenzione. Quel tipo di persone erano già lì in quel momento e altre verranno, perché le scritture ci dicono che negli ultimi tempi saranno di più. Tutto questo accade con il proposito di ingannare le persone.
“Perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.” (Bibbia da studio Nuova Riveduta 2006) Matteo 24:24
• Il segno del profeta Giona
“Allora alcuni scribi e farisei presero a dirgli: “Maestro, noi vorremmo vedere da te un segno”. Ma egli rispose loro: “Una generazione malvagia e adultera chiede un segno; segno non le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.
I Niniviti compariranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c’è più che Giona!””
(Bibbia da studio Nuova Riveduta 2006) Matteo 12:38-41
Qui in questo passo invece vediamo gli scribi e i farisei che chiedono un segno a Gesù. Dobbiamo sapere che Lui non compie un segno solo perché qualcuno lo vuole vedere. Potrebbe esserci una certa situazione in cui farà vedere a qualcuno un segno, ma succede sempre con uno scopo. A volte può capitare anche a persone che non se lo aspettano. Ma qui Gesù chiamò quelle persone una generazione perversa. Ed erano così, perché volevano proprio metterlo alla prova, perché non erano sinceri nella loro richiesta. Lui sa meglio di qualunque altro quanto sia sincero il nostro desiderio.
Disse loro anche che non sarebbe stato mostrato loro nessun altro segno, se non il segno del profeta Giona che rimase tre giorni nel grembo del pesce. Sappiamo che questo è un paragone con il figlio di Dio che muore sulla croce. Perché Egli è stato anche tre giorni nel sepolcro e poi è risorto. Gesù disse loro questo, perché questa era la cosa più importante che dovevano capire e accettare prima di tutte le altre. Molto più importante di qualsiasi altro segno. Quello era il sacrificio che avrebbe poi dato la salvezza a qiunque crede. Questa è la cosa che anche noi dobbiamo capire ed accettare sopra tutte le altre e dobbiamo anche tenerla sempre presente.
Nella croce di Gesù troviamo ciò che è l'essenziale, il più importante. Lì troviamo l'umiltà, troviamo l'amore di Dio, troviamo la giustizia e il giudizio di Dio riversate sul Figlio. La croce era ed è il centro di tutto. Questa è la ragione per cui esistiamo. Questo è l'inizio e la fine. Ecco perché Gesù disse loro che non sarebbe stato mostrato loro nessun altro segno se non il segno di Giona. Non potevano ricevere un miracolo perché non erano sinceri nella loro richiesta, ma si mostrava loro ancora l'opportunità universale della croce. Viene mostrato a tutti. Questo è lo scopo di Dio. Vuole che tutti ascoltino la buona novella del Signore Gesù Cristo.
Nella storia di Giona vediamo un'altra somiglianza con la croce di Gesù. Dopo essere stato nel grembo del pesce, Giona si recò a Ninive proclamando il pentimento. Gesù è morto in modo che possiamo avere l'opportunità di pentirci. Dopo esserci pentiti e averlo accettato nella nostra vita, saremo probabilmente in grado di vedere altri segni e prodigi. Ovviamente vedremo e riceveremo secondo ciò che Dio vuole darci e secondo la Sua volontà, ma quello che voglio dire è che il nostro atteggiamento di chiedere e pregare sarà diverso. Sarà umile e riconoscendo la grandezza di Gesù, perché sarà marcato dalla croce, della rivelazione che proviene dal intendere col cuore ciò che è successo lì.
Questo è l'atteggiamento che dobbiamo avere quando preghiamo e chiediamo qualcosa a Gesù. Lo Spirito di Dio è quello che può convincere e aiutare qualcuno ad avere quel tipo di atteggiamento. Così andò il centurione davanti a Gesù. Questo è l'atteggiamento che troviamo nella croce. Questo è l'atteggiamento che la croce può portare nella nostra vita. Perché questa maniera e il vero sentimento di essere umili sono iniziati proprio lì. Se qualcuno oggi può umiliarsi e riconoscere la Sua grandezza è per questa ragione.
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